giovedì 28 luglio 2011

Tira fuori il tuo Talento: Parlano i Coreografi



Sulla pagina ufficiale di facebook del concorso "Tira fuori il tuo talento" è stato chiesto agli utenti di porre delle domande, per dare la possibilità a tutti di soddisfare delle curiosità sul mondo della danza.
Sono state selezionate 11 domande alle quali io e i miei colleghi (Alberta Palmisano e Byron) abbiamo risposto.

Domande e risposte sono state pubblicate sul sito www.teamworld.it
Per commodità ve le incollo di seguito:




Come si svolge una giornata tipo di un coreografo?
 
ALBERTA PALMISANO - Mi alzo…e penso, faccio colazione, mi lavo, mi vesto e penso; vado al MAS e penso. Arrivo e faccio una riunione con il regista e il direttore musicale prima di entrare in sala prove con i danzatori, poi in sala quel “… e penso” diventa creazione: passi e coreografia.
In genere inizio le prove alle ore 10 e termino alle 18. Quando lo spettacolo va in allestimento in teatro le giornate si sa quando iniziano ma non si sa quando finiscono. Nella pausa pranzo “penso” ancora un po’ e mi confronto di nuovo con il regista o con il musicista.
Quando finisce la giornata in sala leggo e cerco informazioni di argomenti che circuitano intorno all’argomento che sto trattando, ascolto e studio o cerco la musica per lo spettacolo che andrà in scena. Prima di addormentarmi lascio correre la fantasia e cerco nel pensiero immagini e architetture coreografiche dove la semiotica rispetti il senso del lavoro che sto affrontando.
 

    Quanto ha influenzato l'aspetto psicologico e tormentato del film con la realizzazione della vostra coreografia?

LUDMILL CAKALLI - Premetto che le parti di danza del film erano molto curate e si vede che dietro c’e il lavoro di un professionista. Sicuramente le scelte del regista sono state molto forti ma, chi conosce la storia del Lago dei Cigni sa che la trama di per se è tragica e psicologicamente molto forte, quindi il film non si discosta di molto dalla realtà.
Per questo contest ho deciso di creare un pezzo abbastanza semplice, senza tenere particolarmente conto della drammaticità dal film, già la musica è molto sofferta. Ho deciso di inseriri i fondamenti della danza classica ma anche parti interpretative; questo per far si che si potesse adattare a tutti i corpi e a tutti i ballerini.


Secondo voi, tra tutte le cose che al giorno d'oggi vengono definite espressione dell'arte interiore, la Danza ha un ruolo importante o viene lasciata da parte?
Per esempio: Si dice spesso che è la Musica che accompagna una coreografia...ma non potrebbero essere proprio i passi, i movimenti a scandirne il tempo e a crearne la melodia?

LUDMILL CAKALLI -  La danza non viene assolutamente lasciata da parte. La danza di per se è musica. Tra loro c’e una relazione inscindibile.
Quando sente una musica di un certa natura, immediatamente il corpo prende spunto de questo input e inizia a muoversi nello spazio. Ma non dobbiamo dimentichiamo che la danza è nata dalle Danze Tribali, le quali sfruttavano semplicemente il rumore dei piedi e il battito delle mani per creare delle melodie che venivano seguite da corpi danzanti. Diversamente alcuni coreografi dell’avanguardia moderna scelgono di far muovere i corpi dei propri ballerini in assenza di suoni o musica in modo che lo spettatore possa “sentire” la musica che più gli sembra adatta al momento. Anche questo è danza!


Qual è il consiglio che vi sentite di dare ad una ballerina o un ballerino che ha deciso di partecipare al concorso ? Qual è l'aspetto da valorizzare maggiormente ?

BYRON - Il mio consiglio è quello di prendere spunto dalla coreografia, ma di cercare di interpretare con la propria personalità e le proprie doti il video proposto. Chi decide di partecipare al concorso deve cercare in breve tempo di dimostrare il proprio talento e la passione per la danza e il mio stile.


    Esiste un binomio, da sempre frutto di molte discussioni e polemiche, "Sentimento e Tecnica". Quando si prepara una coreografia è più importante la complessità dei passi, la tecnica... oppure vi concentrate maggiormente su quello che volete esprimere? Su quelle che sono le emozioni di quel pezzo?

LUDMILL CAKALLI - Una coreografia che da un messaggio forte non può essere completa senza una tecnica adeguata, ma d'altra parte un balletto tecnico molto forte che però risulta vuoto di sentimenti non è comunque un opera completa.
Non dimentichiamo che ci sono stati grandissimi coreografi che hanno creato coreografie astratte dove il protagonista non era la storia che utilizza la danza come mezzo per essere raccontata, ma la danza è la protagonista vera dello spettacolo.
Al contrario invece ci sono coreografi che valutano di più quello che vogliono raccontare e le la loro interiorità, ma in questo caso siamo in presenza di un altro genere che si chiama TeatroDanza.
 

Di solito quanto tempo si impiega per costruire una coreografia?

ALBERTA PALMISANO - Dipende dal tipo di lavoro che si affronta,dal numero degli interpreti e dal minutaggio del brano.Nello show-businness i tempi sono veramente ristretti,nella riceca ballettistca il tempo è assolutamente necessario per creare un,opera originale:quindi da un’ora ad un anno.


La vostra più grande soddisfazione percepita in questo vostro lavoro? Una in particolare che vi ha fatto sentire "realizzati"?

LUDMILL CAKALLI - Tra tutte le attività che svolgo sicuramente la soddisfazione più grande è stata vede il mio allievo Davide Dato ballare al Concerto di Capodanno di Vienna nel ruolo di solista.

   Spesso nei talent show si parla di versatilità come elemento fondamentale per un ballerino. Secondo voi qual è lo stile più difficile da imparare?

BYRON - Sicuramente acquisire una tecnica di base nella disciplina della danza classica è l’elemento più difficile, in quanto necessita di uno studio costante fin da giovani e da una predisposizione fisica. Dopo la mia esperienza come ballerino e docente in questi anni, ho capito che tutti gli stili hanno le loro difficoltà e che anche un ballerino esperto deve allenarsi costantemente per ottenere i migliori risultati.


   Generalmente, che consigli date a chi vuol tentare di fare il vostro lavoro?
 
LUDMILL CAKALLI - Per diventare coreografi prima di tutto bisogna essere un buoni ballerini, studiare in buone scuole ed essere guidato da seri professionisti. Quando poi si raggiunge un età più matura (18/19 anni) bisogna subito iniziare a mettere alla prova la propria fantasia creando delle semplici Coreografie. Sicuramente quando le rivedrete, dopo qualche anno, sorriderete della vostra ingenuità ma vi renderete conto che e' stato un passo necessario per poter crescere e maturare professionalmente.


    Meglio una serata alla scala a vedere "Il lago dei Cigni" o a Broadway a vedere un musical come "Grease"?

LUDMILL CAKALLI - E perchè non il venerdì “Il lago dei cigni” e sabato sera “Grease”?  


  In base alla vostra esperienza, quali sono per un ballerino i veri vantaggi di studiare al MAS vivendo in un ambiente completamente orientato alla danza? Cosa pensate dell'opportunità offerta da un contest come Tira fuori il tuo talento?

LUDMILL CAKALLI - Il Mas è un’ottima accademia che da una formazione artistica completa. Oltre ad imparare tutte le tecnica di danza, prendere lezioni di canto e recitazione, sono proprio i workshop (laboratori coreografici) per gli studenti che permettono loro di creare e dove si scoprono i coreografi di domani.
Non conosco un allievo del Mas, che dopo il trienno di studio, non sia rimasto soddisfatto del proprio ciclo di studi  e la maggior parte ha da subito trovato una collocazione nel mondo del lavoro: dal coreografo al regista, dal ballerino di ogni tecnica, all’attore e cantante. Questa formazione cosi completa ha permesso ad alcuni di avere la possibilità di dirigere scuole di danza.

ALBERTA PALMISANO - Il MAS oltre che una scuola è anche un’azienda che produce grossi spettacoli: dagli show di natura più pop, agli spettacoli di danza e di teatro di ricerca contemporanea. I ragazzi crescono a diretto contatto con l’esperienza professionale, i più meritevoli, al termine degli studi, sono direttamente incanalati nel mondo lavoro (cosa veramente rara oggi soprattutto in Italia e ancor di più nel mondo dello spettacolo). Questo contest dà l’opportunità ad un giovane talento, che non avrebbe la possibilità economica, di accedere ad una scuola che ti permette di studiare più stili (le ore di lezione sono tante) e con docenti scelti nel panorama italiano ed internazionale e con una sicura qualità didattica ed artistica.

BYRON - Il MAS offre agli allievi dotati di talento e passione, la possibilità di ottenere un’alta preparazione per poter affrontare i diversificati settori artistici.
Grazie ad un centro polifunzionale e all’alta preparazione dei docenti e dei programmi di studio, i ragazzi si trovano ogni giorno a rapportarsi alle diverse discipline.
“Tira fuori il tuo talento” offre l’opportunità ad ogni ragazzo di realizzare il proprio sogno, partendo dalla base di ogni formazione: lo studio.
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